Reati contro la Pubblica Amministrazione e la giustizia

Massimario novarese

Sulla configurabilità del reato di resistenza a un pubblico ufficiale di cui all’art. 337 c.p.

Scarica la sentenza del Tribunale di Novara n. 400 del 30/04/2021 (Russo)

Commento
Per la configurabilità del reato di resistenza a pubblico ufficiale è sufficiente che la condotta dell’agente rappresenti un impedimento concreto per l’esercizio del pubblico ufficio, senza che occorra una limitazione della libertà di azione del pubblico ufficiale.
È, pertanto, sufficiente che la violenza e la minaccia poste in essere siano idonee ad impedire e turbare l’attività del p.u., e non è necessario che il medesimo riporti lesioni o conseguenze dannose a seguito della condotta delittuosa.
Non riveste, invece, rilevanza penale la c.d. “resistenza passiva” che si può configurare nel caso in cui l’agente, ad esempio, si divincoli, quando tale condotta rappresenta una mera reazione spontanea ed istintiva al compimento dell’atto da parte del pubblico ufficiale.

Falsità materiale commessa da privato (artt. 477 e 482 c.p.) – Falso grossolano e falso inutile (o innocuo)

Scarica la sentenza del Tribunale di Novara n. 238 del 11/02/2021 (Sicoli)

Commento
In tema di falso è necessario distinguere tra l’inidoneità della azione, che ricorre nel c.d. falso grossolano, nel falso, cioè, che non è idoneo a trarre in inganno nessuno, in quanto è macroscopicamente rilevabile, e l’inesistenza dell’oggetto, che ricorre nel c.d. falso inutile, falso che cade su un atto, o su una parte di esso, assolutamente privo di rilevanza probatoria.
Si ritiene sussistente il falso innocuo quando la condotta, pur incidendo sul significato letterale di un atto o di un documento, non incide sul suo significato di comunicazione, così come esso si manifesta nel contesto, anche normativo, della formazione e dell’uso, effettivo o potenziale, dell’oggetto.
La punibilità del falso, pertanto, è esclusa, per inidoneità dell’azione, ogniqualvolta l’alterazione si riveli in concreto inidonea a ledere l’interesse tutelato dalla genuinità del documento, cioè non abbia la capacità di conseguire uno scopo antigiuridico. (Il caso di specie era relativo ad un imputato nigeriano accusato di aver formato una patente di giuda internazionale interamente falsa. Il Tribunale di Novara ha pronunciato sentenza di assoluzione, in quanto il documento esibito non era idoneo a trarre in inganno nessuno, essendosi, infatti, gli operanti, immediatamente accorti della falsità del documento esibito).

Evasione dal luogo della detenzione domiciliare – esclusione.

Scarica la sentenza del Tribunale di Novara n. 233 del 11/02/2021 (Sicoli)

Commento
Nel caso in esame, il Tribunale di Novara, ha assolto l’imputato in ordine al reato di evasione dal luogo della detenzione domiciliare poiché ha escluso che sia stata fornita la prova che il prevenuto si fosse assentato dal domicilio per più di dodici ore. Il Giudice ha motivato tale provvedimento richiamando la sentenza della Corte Costituzionale n. 211 del 25.10.2018, con la quale ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 47 ter, comma 1, lettera b), e 8, della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), nella parte in cui non limita la punibilità ai sensi dell’art. 385 del codice penale al solo allontanamento che si protragga per più di dodici ore, come stabilito dall’art. 47 sexies, commi 2 e 4, della suddetta legge n. 354 del 1975, sul presupposto, di cui all’art. 47 quinquies, comma 1, della medesima legge, che non sussista un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti”.

Sulla sussistenza dell’elemento psicologico nel reato di falsità materiale commessa da privato ex artt. 477, 482 c.p.

Scarica la sentenza del Tribunale di Novara n. 18 del 07/01/2021 (Sicoli)

Commento
Non è configurabile il reato di cui agli artt. 477, 482 c.p., per difetto di sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, qualora non sia possibile raggiungere piena prova della consapevolezza e della voluntas dell’imputato di porre in essere la contraffazione o alterazione del documento. In punto di prova, infatti, affinché il parametro dell’al di là di ogni ragionevole dubbio sia rispettato, è necessario che il reato sia attribuibile all’imputato con un alto grado di attendibilità razionale e che, pertanto, le ipotesi alternative astrattamente formulabili debbano risultare prive di qualsiasi riscontro concreto nelle risultanze processuali ed estranee all’ordine naturale delle cose e della razionalità umana (nel caso di specie il Giudice non ha ritenuto pienamente provata la consapevolezza e la volontà dell’imputato di falsificare la carta di circolazione, mediante apposizione di un falso contrassegno di avvenuta revisione).

Falsità materiale e uso dell’atto

Visualizza la sentenza 1185/2019

Commento
Il Tribunale di Novara in composizione monocratica, nella persona del Giudice Dott.ssa Albertone con la sentenza n.1185/2019, ha dichiarato colpevole l’imputato del reato di cui all’art. 489 c.p. per aver fatto uso di un documento falso, derubricando le ipotesi contestate ex artt. 477-482 c.p. – seppur risultasse provato il concorso in contraffazione- in difetto della condizione di procedibilità costituita dalla richiesta ministeriale ex art. 10 c.p..

Oltraggio al pubblico ufficiale e condotte riparatorie

Visualizza la sentenza 6/2019

Commento
Il Tribunale di Novara in composizione monocratica, nella persona del Giudice Dott. Bolloli, con la sentenza n.6/2019, dichiara estinto il reato di cui all’art. 341 bis c.p. contestato all’imputato per intervenute condotte riparatorie che, nonostante si fossero perfezionate in data posteriore rispetto all’inizio del giudizio, non avrebbero potuto ritenersi estranee all’ambito di applicazione del capoverso della suddetta norma, non essendo mai stato aperto il dibattimento del citato procedimento.

Istigazione alla corruzione – caratteristiche dell’offerta corruttiva – serietà

Visualizza la sentenza 66420/2015

Commento
In tema di istigazione alla corruzione, la serietà dell’offerta deve essere necessariamente correlata al tipo di controprestazione richiesta, alle condizioni dell’offerente e del pubblico ufficiale e alle circostanze di tempo e di luogo in cui l’episodio si è verificato, considerato che l’offerta deve essere in grado di turbare psicologicamente il destinatario sicchè sorga il rischio di una sua accettazione (nel caso di specie il Tribunale ha ritenuto che non rivestisse il carattere di serietà l’offerta di € 50 fatta urlando in mezzo a una strada e alla presenza di diversi testimoni da una persona in stato di ubriachezza a due Carabinieri affinché non procedessero ad accertamenti sulla sua persona).

Calunnia – Elemento soggetivo – Coincidenza tra momento rappresentativo – consapevolezza dell’innocenza dell’incolpato – e momento volitivo – intenzionalità dell’incolpazione

Visualizza la sentenza 36653/2015

Commento
Con la sentenza in esame la Suprema Corte, pronunciandosi in ordine a un caso riveniente dal Tribunale di Novara (condanna poi confermata dalla Corte d’Appello di Torino), accolto il ricorso della difesa sottolineando, una volta di più, come, in tema di calunnia, l’attenzione dell’interprete debba dirigersi con particolare scrupolo sull’elemento soggettivo. In particolare, per ritenere integrato, dovrà aversi riguardo alla perfetta coincidenza tra momento rappresentativo, dato dalla consapevolezza dell’innocenza dell’incolpato, e momento volitivo, costituito dall’intenzionalità dell’incolpazione.

Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice – Art. 388 c.p. – Bene giuridico tutelato dalla fattispecie – eseguibilità del comando giudiziale – elementi costitutivi del reato – compimento di atti simulati o fraudolenti volti alla sottrazione all’ingiunzione di eseguire la sentenza

Visualizza estratto della sentenza 2439/2015

Commento
Nel caso in esame il Tribunale di Novara, ripercorrendo l’inquadramento sistematico del reato di cui all’art. 388 c.p., ha assolto un soggetto la cui compagna aveva acquistato all’asta dei beni a lui pignorati su istanza della ex moglie, creditrice in ragione del mancato versamento del mantenimento: in particolare, secondo il Tribunale, il fatto che ad acquistare i beni oggetto di pignoramento fosse la compagna dell’imputato non comporta la sussistenza di una condotta fraudolenta, posto che i beni non furono né sottratti né occultati prima dell’avvio della procedura e che la creditrice fu parzialmente soddisfatta nel proprio credito dalla vendita dei beni all’asta.

Sostituzione di persona – utilizzo nel proprio profilo whatsapp di immagine riferita ad altra persona – insussistenza del reato

Visualizza estratto della sentenza 1527/2015

Commento
Nella fattispecie in esame l’imputato era stato denunciato dalla ex suocera in quanto utilizzava, come proprio profilo whatsapp, un’immagine che ritraeva l’ex suocero, morto da alcuni anni.
Secondo il Tribunale di Novara tale condotta non integra gli estremi del reato di sostituzione di persona, non essendo, tra le altre cose, univocamente interpretabile come comportamento volto a sostituire la propria all’altrui persona. Difetta, pertanto, la stessa materialità del reato.

Art. 483 C.P. – sussistenza

Visualizza la sentenza 1506/2015

Commento
La falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico ricorre solo qualora il privato attesti falsamente in un atto pubblico fatti che l’attestante ha il dovere giuridico di esporre veridicamente e dei quali l’atto è destinato a provare la verità.

Art. 341 bis c.p. – Oltraggio a pubblico ufficiale – Estinzione del reato mediante risarcimento – art 341 bis ultimo comma

Visualizza la sentenza 1252/2015

Commento
Il Tribunale di Novara, nella fattispecie, ha ricollegato al pagamento dell’importo di € 250,00 per ognuno dei pubblici ufficiali il cui onore era stato offeso, e di € 500,00 per l’ente di appartenenza degli stessi, gli effetti estintivi del reato, di cui all’art. 341 bis ultimo comma c.p..

Art. 372 C.P. – sussistenza dell’elemento soggettivo

Visualizza la sentenza 1248/2015

Commento
Qualora sussista una discrasia tra quanto dichiarato a s.i.t. e quanto poi dichiarato in dibattimento da persona straniera sentita a s.i.t. senza l’ausilio di un interprete, difettando la prova tranquillante della sussistenza dell’elemento soggettivo di cui all’art. 372 c.p., l’imputata dovrà essere assolta perché il fatto non costituisce reato.

Evasione – elemento soggettivo – esclusione

Visualizza la sentenza 1537/2014

Commento
“Non può ritenersi qualificata dal dolo necessario per la sussistenza del delitto di evasione la condotta di colui che, ristretto agli arresti domiciliari e prospettando l’impossibilità di protrarre la convivenza con i familiari, richieda telefonicamente l’intervento presso il proprio domicilio del personale di polizia preposto ai controlli sull’esecuzione della misura e successivamente attenda l’arrivo degli operanti sull’uscio dell’abitazione” (Cass. pen., sez. VI, 13.4.2010 n. 16673; cfr. pure, sulla stessa ratio, Cass. pen., sez. VI, 5.2.2013 n. 25583).

Violenza nel reato di resistenza a p.U. – integra reato quando è diretta a neutralizzare l’azione; continuazione tra resistenza e detenzione di munizioni – condizioni – esclusione

Visualizza la sentenza 1352/2014

Commento
Nel reato di resistenza a pubblico ufficiale la violenza o la minaccia deve consistere in un comportamento potenzialmente idoneo ad opporsi all’atto che il p.u. o l’incaricato di pubblico servizio sta legittimamente compiendo e deve in modo concreto palesare il proposito di interdirne o ostacolarne il compimento. Anche il solo divincolarsi posto in essere da un soggetto fermato dalla P.G. integra il requisito della violenza, e non una mera resistenza passiva, quando non costituisce una reazione spontanea ed istintiva al compimento dell’atto del p.U. ma un vero e proprio impiego di forza diretto a neutralizzarne l’azione ed a sottrarsi alla presa, guadagnando la fuga (cfr., Cass. pen., sez. VI, 11/02/2010, n. 8997).
Tra la resistenza a P.U. e la detenzione illecita di munizioni non è ravvisabile il vincolo della continuazione nel caso in cui il primo reato costituisca un evento del tutto nuovo ed imprevedibile, in alcun modo riconducibile allo stesso programma criminoso elaborato nel momento in cui l’imputato decideva di ricevere e detenere a casa le munizioni.

Concorso del privato nel falso ideologico – elemento materiale del 479 c.p. – esclusione

Visualizza la sentenza 1124/2014

Commento
Ai fini della configurazione materiale del reato di cui all’art. 479 c.p., occorre che il P.U. attesti falsamente fatti da lui compiuti o avvenuti alla sua presenza, dichiarazioni da lui ricevute ovvero fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità.
Non integra l’ipotesi di falsità per induzione l’individuazione dell’autore di una violazione cui gli operanti pervengano sulla base delle sole indicazioni rassegnate dall’imputato. Tale individuazione non riveste quella fede privilegiata richiesta dalla norma per la sussistenza materiale del reato e costituisce, per converso, il risultato dell’attività investigativa o ricostruttiva dei verbalizzanti, cui sono pervenuti non sulla base di una loro constatazione diretta, sebbene della valutazione degli elementi acquisiti in sede di accertamento.

Resistenza a p.U. – Nesso violenza o minaccia con atto del p.U

Visualizza la sentenza 967/2014

Commento
Per la configurabilità del reato di resistenza a pubblico ufficiale ex art. 337 c.p. è indispensabile il collegamento funzionale tra la violenza o la minaccia e l’atto di ufficio o di servizio che l’agente pubblico è chiamato a svolgere. Anche se la condotta aggressiva o minatoria è posta in essere durante il completamento della attività ispettiva del pubblico ufficiale, non sussiste il reato nel caso in cui alcun nesso sia dato cogliere sotto il profilo motivazionale tra quest’ultima e la scomposta azione violenta del prevenuto, quando ad esempio essa sia frutto solo dell’esaltazione alcolica o mero sfogo di rabbia e ostilità nei confronti del p.U..

Lavoratore subordinato privo del permesso di soggiorno – responsabilità del datore di lavoro – soggetto attivo

Visualizza la sentenza 418/2014

Commento
La fattispecie penale di cui all’art. 22, comma 12, D.Lgs. 286/1998 prevede la punibilità del datore di lavoro che occupi alle proprie dipendenze un soggetto privo del necessario permesso di soggiorno o con permesso scaduto e non rinnovato.
La lettera della norma, nonché il costante orientamento della Corte di Cassazione, permettono di ritenere che si tratti di un reato proprio e, in quanto tale, esso potrà essere commesso solo ed esclusivamente dal datore di lavoro.
Nel caso specifico, il Giudice ha ritenuto di assolvere gli imputati dal reato ascritto, per non averlo commesso, poiché la responsabilità penale non può essere estesa anche ai soggetti individuati come amministratori di fatto di una società individuale.

388 c.p. – sottrazione beni pignorati – idoneità di qualsiasi azione diretta ad eludere il vincolo

Visualizza la sentenza 927/2014

Commento
Costituisce sottrazione di beni pignorati anche il trasferimento di essi in un luogo non autorizzato dal giudice dell’esecuzione, finché non intervenga pronuncia giudiziale di cessazione del vincolo. Il reato, inoltre, è configurabile non solo quando la rimozione sia obiettivamente idonea ad impedire la vendita della cosa pignorata, ma anche quando crei per gli organi della procedura esecutiva ostacoli o ritardi al reperimento del compendio esecutato, e comunque, allorché si ponga in essere un’azione diretta ad eludere il vincolo, cioè a rendere impossibile o difficile la realizzazione delle finalità cui la cosa, per effetto del vincolo stesso, è rivolta, e ciò anche senza una materiale amotio.

Art. 372 C.P. – testimonianza resa nella causa civile – oggettiva incertezza

Visualizza la sentenza 926/2014

Commento
In presenza di una situazione di oggettiva incertezza, l’imputato deve essere assolto dal reato a lui ascritto, ai sensi del comma 2 dell’art.530 cpp, perché il fatto non sussiste, qualora anche il giudice civile dia atto nella sentenza del contesto di oggettiva confusione esistente in ordine ai rapporti di debito – credito tra le parti, tant’è vero che il giudice della causa civile non aveva ritenuto di dover trasmettere gli atti al P.M. perché procedesse in ordine al reato di falsa testimonianza.

Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità ex art. 340 c.p.- ostacolo non rimovibile – esclusione

Visualizza la sentenza 887/2014

Commento
Non può dirsi interrotto un servizio pubblico qualora al suo funzionamento venga opposto un ostacolo rimovibile. Il reato di interruzione di pubblico servizio si configura, infatti, solo qualora l’ostacolo posto sia impossibile da rimuovere e gli operatori non abbiano la possibilità di proseguire nell’esercizio del proprio lavoro.
Nel caso specifico, il Giudice ha ritenuto di assolvere l’imputata dal reato ex art. 340 c.p. poiché il guscio contenente un neonato e poche borse avrebbero potuto essere facilmente rimossi dall’autobus sul quale erano stati appoggiati dall’imputata.

Simulazione ex 367 cp – configurabilità – specifica accusa di reato con consapevolezza che non sia stato commesso

Visualizza la sentenza 15/2014

Commento
L’atto di sporgere una denuncia falsa e strumentale non configura falsa attestazione a pubblico ufficiale, bensì il più grave fatto di simulazione di reato ai sensi del 367 cp. Questo si perfeziona ogniqualvolta il soggetto agente non si limita ad attestare falsamente al P.U. con una dichiarazione contenuta in un atto pubblico, fatti dei quale quell’atto è destinato a provare la verità, ma formula una specifica accusa di reato, così da far inutilmente instaurare un procedimento penale per i necessari accertamenti, con la consapevolezza della falsa segnalazione di un reato che in realtà si sa non essere stato commesso.

Evasione ex art. 385 c.p. – insussistenza dell’elemento soggettivo – assoluzione

Visualizza la sentenza 1567/2013

Commento
Non risulta integrato l’elemento soggettivo del reato di evasione ex art. 385 c.p. nel caso in cui l’imputato, in regime di arresti domiciliari, si allontani dal predetto luogo per trasferirsi presso altro domicilio preavvertendo i Carabinieri competenti per i controlli, nonché la Corte d’Appello, senza che quest’ultima abbia ancora autorizzato il trasferimento.
Il Giudice ha stabilito che, sebbene risulti integrato l’elemento oggettivo del reato, lo stesso non può dirsi per l’elemento soggettivo poiché ha ritenuto che l’imputato non abbia agito allo scopo di violare la misura cautelare in atto, al contrario non si sarebbe premurato di formalizzare istanza alla Corte d’Appello, né avrebbe avvisato le Forze dell’Ordine.

Falsità materiale commessa da privato ex art. 482 c.p. in relazione all’art. 477 c.p. – ipotesi di falso grossolano – non configurabile se l’alterazione è rilevante.

Visualizza la sentenza /2013

Commento
Nel fare propria l’interpretazione della Corte di Cassazione, il Giudice rileva che può configurarsi l’ipotesi di “falso grossolano”, tale da escludere la sussistenza del reato ex art. 49 c.p., quando vi è un’alterazione irrilevante della realtà e non vi sia incidenza sull’interpretazione dell’atto.
Nel caso di specie il Giudice ha ritenuto pienamente configurabile il reato contestato, atteso che il documento falso esibito, se pur vero che ha da subito insospettito gli Agenti di Polizia, era stato confezionato con modalità tali da trarre in inganno la pubblica fede, ovvero coloro che lo esaminassero con minori conoscenze e minore perizia rispetto all’operante.

Falsità commessa dal privato in atto pubblico. Atti societari trascritti nel registro della Camera di Commercio. Insussistenza dell’attitudine probatoria

Visualizza estratto della sentenza 9846/

Commento
Con la sentenza in esame il Tribunale di Novara ha assolto un commercialista imputato di falso in atto pubblico per avere inviato alla CCIAA, al fine della loro registrazione, alcuni verbali assembleari falsi. Il Tribunale di Novara ha ritenuto che il fatto non costituisse reato in quanto nessuna norma attribuisce attitudine probatoria all’attività dei funzionari della CCIAA in ordine al contenuto degli atti di cui ricevono il deposito.