News 2017
Notizie, novità e comunicazioni
Comunicato stampa sul caso Djalali
27 ottobre 2017
La Camera Penale di Novara ha appreso con sgomento del processo sommario al quale è stato sottoposto il ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, che ha lavorato per anni presso l’Università di Novara; a quanto è dato sapere dalle notizie di stampa il Tribunale ha fatto pressioni per la confessione e ha in più occasioni “ricusato” i difensori del Dr. Djalali perché non graditi. All’esito del processo, durato soltanto tre udienze, il Tribunale ha pronunciato la sentenza di condanna a morte dell’imputato.
La Camera Penale di Novara ovviamente ripudia la pena di morte e ritiene questa vicenda un monito perché in Italia come nel mondo le garanzie dell’imputato siano il baluardo ineludibile e ineliminabile di qualsiasi processo: pertanto, per mano del Presidente e di tutti i Consiglieri del Direttivo, ha sottoscritto l’appello di Amnesty International (disponibile su www.amnesty.iy) e ha invitato tutti i propri iscritti a fare altrettanto.
Il Direttivo
Congresso Straordinario Unione Camere Penali Italiane.
2-6 ottobre 2017
Voltiamo pagina. Un nuovo giudice per un nuovo processo
Dalla separazione delle carriere all’affermazione dello Stato di diritto
Separazione delle carriere: raccolta firme
21 giugno 2017
Comunicato Camera Penale di Novara
15 giugno 2017
Ieri la Camera dei Deputati, ricorrendo a un vergognoso voto di fiducia, ha approvato la riforma Orlando tanto osteggiata dai penalisti italiani e novaresi. Da oggi, quindi, parte degli imputati non avrà più diritto di stare a fianco del proprio avvocato nelle aule di giustizia; da oggi i processi, già lunghissimi, diventeranno infiniti grazie alla nuova disciplina della prescrizione.
Separazione delle carriere
5 maggio 2017
Corteo di protesta organizzato dalla Camera Penale di Novara.
Visita il sito del Comitato promotore per la separazione delle carriere
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Comunicato stampa Camera Penale di Novara
2 maggio 2017
Gli avvocati penalisti novaresi, aderenti alla Camera Penale di Novara, partecipano all’astensione dalle udienze proclamata dall’Unione Camere Penali Italiane per la settimana corrente. E’una protesta molto dura, dato che si tratta della terza settimana di astensione in tre mesi ma si ha l’impressione che l’opinione pubblica non ne sappia nulla o, peggio, che ipotizzi che vi siano sottesi interessi corporativi.
I penalisti protestano contro la riforma della giustizia penale (sostanziale e processuale), la c.d. riforma Orlando, già approvata dal Senato e attualmente all’esame della Camera, sia per questioni di merito che di metodo.
Diamola per letta
27 aprile 2017
Io, trafficante di virus
Ilaria Capua.
Nel 2014 Ilaria Capua ha una bella famiglia ed è all’apice della carriera: scienziata di fama mondiale, insignita di prestigiosi premi per la sua attività come virologa, è una donna fiera di essersi affermata in un mondo prettamente maschile ed è l’orgoglio della comunità scientifica italiana. Non solo, alle elezioni del 2013 si candida e diviene deputata perché vuole provare in prima persona a cambiare un paese in cui si ostina a credere.
Cosa può capitarle?
Quello che può capitare a qualsiasi persona, di essere stritolato nella morsa terribile di un processo mediatico. Una specie di fake news elevata al rango di procedimento penale. Infatti un giorno l’Espresso esce con uno scoop sensazionale, intitolato “trafficanti di virus” in cui si racconta, corredando il servizio con tanto di stralci di intercettazioni, di una indagine della Procura di Roma su un’associazione a delinquere, di cui lei farebbe parte, dedita, tra le altre cose, a un traffico illegale di virus che sarebbero immessi negli allevamenti animali allo scopo di creare epidemie sulle quali poi intervenire lucrando sui vaccini e i medicinali: un’accusa infamante per una scienziata, una manna per i sempre più numerosi complottisti e i dietrologi in servizio effettivo permanente.
Lei, la più illustre virologa italiana, in pratica è indagata per tentata strage senza saperlo e viene trascinata in un incubo nel quale non si capisce quali siano le accuse e come difendersi prima fuori che dentro i tribunali, per resistere a una pressione mediatica che tutto travolge e non si cura della verità o della verosimiglianza delle accuse, ma soltanto della loro portata sensazionalistica e roviniosa.
Tant’è. Volente o nolente Ilaria Capua deve difendersi e lo fa con le unghie per lunghi anni. E di anni ce ne vogliono ben 3 prima di arrivare davanti a un Giudice per l’udienza preliminare che, grazie a Dio, smonta una per una tutte le accuse, emettendo sentenza di non doversi procedere nei suoi confronti. Il tutto era basato su fraintendimenti di frasi intercettati (per esempio, l’indicazione di un centro di costo a bilancio era scambiato con il nome in codice per indicare una società offshore) e banalissimi errori nell’analisi dei dati scientifici. “Ci scusi, dottoressa, ci siamo sbagliati”.
Nel frattempo però lei – che rifiuta categoricamente di essere definita “cervello in fuga” – è stata sostanzialmente espulsa da un paese nel quale vige il giustizialismo più bieco e, a tutti i livelli (parlamentare, scientifico…), l’indagato è un appestato da evitare: ha quindi accettato di emigrare in Florida e dirigere là, lontana dal paese che voleva cambiare, un prestigioso centro di ricerca.
In questo libro Ilaria Capua racconta la sua terribile storia accendendo un faro, contemporaneamente, su una serie indefinita di problemi: le storture del processo mediatico, la potenzia distruttrice di un’indagine basata su errori macroscopici e intercettazioni fraintese, la difficoltà di fare ricerca in Italia. E’ vero, il sistema ha funzionato: al primo vaglio di un Giudice le accuse si sono sciolte come neve al sole. Non è quindi tecnicamente possibile parlare di errore giudiziario: ma il danno era già stato fatto, e a quale prezzo si è arrivati a quella sentenza? Al prezzo di avere quasi distrutto un essere umano e sottratto al paese una risorsa importantissima dal punto di vista scientifico e politico.
Delibera UCPI
17 marzo 2017
l’Unione delle Camere Penali, delibera l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale nei giorni 10, 11, 12, 13 e 14 aprile 2017 invitando le Camere Penali territoriali ad organizzare in tali giorni manifestazioni ed eventi dedicati ai temi della riforma e del denunciato contrasto con i principi costituzionali e convenzionali della immediatezza, del contraddittorio, della presunzione di innocenza e della ragionevole durata, riservandosi di indire ulteriori manifestazioni nazionali sul tema delle garanzie e dei diritti processuali di tutti i cittadini, mantenendo pertanto lo stato di agitazione dell’avvocatura penale ed attivando ogni strumento comunicativo ed ogni interlocuzione volta alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle forze politiche sul metodo e sul merito della riforma.